COME SI SVILUPPA LA SENSIBILITÀ DENTALE?

È uno dei malesseri più frequenti per il paziente. I denti, talvolta, soffrono degli sbalzi di temperatura causati dal cibo o dalle bevande che ingeriamo. Questo è dovuto all’esposizione della dentina, la struttura portante ma anche delicata del dente, la quale circonda la polpa interna con le sue terminazioni nervose.

A proteggere la dentina c’è lo smalto, la sezione più esterna e dura del dente. Questo elemento importantissimo ha una serie di nemici:

  • Spazzolamento sbagliato, che produce effetti abrasivi, un po’ come la carta vetrata sul legno
  • Assunzione frequente in bocca di sostanze o cibi acidi
  • Bruxismo, ovvero il digrignamento costante tra le superfici dei denti
  • Mancata cura di patologie come la Malattia Parodontale

Se per una o più di queste cause, che talvolta si sviluppano contemporaneamente, lo smalto viene danneggiato in modo grave, la dentina rimane scoperta e subito ci invia segnali di allarme come il dolore quando si accorge che sostante pericolose a livello termico (troppo fredde o troppo calde) oppure manipolazioni varie (esempio lo spazzolamento) entrano in contatto con lei. Nei casi più avanzati persino respirare dell’aria fresca durante l’inverno può diventare motivo di fastidio e disagio.

Per queste ragioni, appena s’inizia a provare di frequente sensazioni come quelle descritte è bene richiedere una visita al proprio dentista.

Una volta compreso quanto sta accadendo con l’aiuto del professionista, si stabilisce una terapia in ambulatorio per proteggere in urgenza la dentina e ripristinare quanto prima lo smalto. Questo può essere ottenuto con gel da applicare nelle zone interessate, resine speciali, byte per chi soffre di Bruxismo o Laserterapia, a seconda del caso specifico.

Si riceveranno quasi per certo dei consigli anche per casa. Ci sono, infatti, sia collutori che dentifrici specifici per lavarsi i denti in cui lo smalto è indebolito, oltre che tecniche apposite di spazzolamento e di Igiene Orale da tenere in considerazione.

In tal modo si potrà ripristinare la protezione naturale del dente e prevenire dannose evoluzioni che avrebbero bisogno d’interventi ben più invasivi nel breve futuro.

 

Dott. Luigi Gelmi